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Re: Nisyros
Marella..non l'ho mai fatta a piedi ma saranno un 4 km se ricordo bene..asfaltata ma molto in saliscendi...
E se continui per Lies da dove parte anche il sentiero per Pahia Ammos sono altri 4 km.
Io mi muovevo (in due) con uno scooter 80-90 cc....non ho approfondito il discorso bus...
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Re: Nisyros
Riporto su questo topic, direi che Nisyros meriti un topic tutto per sè!
KEEP CALM AND VISIT GREECE
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Finirai per trovare la via... se prima hai il coraggio di perderti (T. Terzani)
I libri che leggo
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Re: Nisyros
Brava, Manu!
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Riesumo il topic di Nisyros “scivolato” in terza pagina nonostante il meritevole intervento di Manumanu.
Caspita, nel forum c’è davvero poca roba su questa affascinante isola del Dodecaneso dalla forma tonda, urge porvi rimedio.
Vi ho soggiornato dal 5 al 12 luglio, dopo una settimana spesa nella vicina Tilos, memorabile per le numerose bellissime spiagge. A Nisyros al contrario sono poche e, benchè possiedano uno charme particolare, devo riconoscere che sotto questo aspetto sono rimasta un po’ delusa. Il colore del mare è comunque molto intenso, l’acqua cristallina come lo è nelle isole elleniche.
In generale non amo “spiaggiarmi”, per cui ho preferito dedicarmi alla scoperta dell’isola e… di cose da fare e da vedere ce ne sono tantissime, davvero interessanti.
Ve la voglio presentare. La nascita di Nisyros è stata violenta, secondo la mitologia. Pare che un tempo fosse unita a Kos. Durante la guerra tra Dei e Giganti Poseidon, col suo tridente, staccò un pezzo di roccia e lo scaraventò sulla testa del Gigante Polyvotis il quale non morì ma, schiacciato dall’enorme peso, manifestò la sua sofferenza con esplosioni e terremoti potenti. La roccia fu trasformata in vulcano e si creò Nisyros.
La geologia ci insegna che il vulcano rimasto per decine di migliaia di anni sotto la superficie del mare emerse in seguito ad eruzioni intense, ebbe significativa attività tra i 25 e i 15 mila anni fa poi progressivamente esaurì la propria energia. In quel periodo l’isola prese l’attuale conformazione. Le ultime eruzioni risalgono alla fine dell’Ottocento, ma il vulcano con i suoi dieci crateri presenta tuttora forme di attività.
Per chi fosse interessato, è imperdibile la visita al Museo di Vulcanologia di Nikià, a 8 Km da Mandraki (il villaggio è delizioso, ne parlerò più avanti).
Un filmato ricostruisce le varie fasi delle eruzioni avvenute,


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pannelli alle pareti mostrano i diversi tipi di fenomeni vulcanici.

Il tempo dedicato al museo è sicuramente ben speso.
Oggi il vulcano è vita per Nisyros. Innanzitutto costituisce la principale attrattiva. Diversi traghetti provenienti da Kos attraccano quotidianamente al porto di Mandraki e rigurgitano centinaia e centinaia di turisti che vengono trasportati con pullman alla zona vulcanica. Rappresenta dunque un’importante risorsa economica per i nisiriani. Inoltre nell’isola il terreno è fertile, si coltivano ulivi, fichi, mandorli, dalle rocce si ricavano pietre scure da costruzione o si estrae candida pomice impalpabile, dal sottosuolo sgorgano acque termali e fuoriescono vapori sulfurei per la cura del corpo…
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I turisti dell’escursione quotidiana “mordi e fuggi” vengono scaricati all’interno della caldera e in fila indiana scendono nel cratere principale, il cuore del vulcano, Stefanos, poi sostano al bar- ristorante e ripartono.
Noi che abbiamo tempo a disposizione decidiamo di avvicinarci gradualmente ai crateri, per assaporarne maggiormente l’atmosfera e godere della bellezza di questo paesaggio difficilmente ripetibile.
Il primo giorno da Mandraki saliamo per la strada provinciale e, dopo il bivio per il villaggio di Emboriòs, seguiamo le indicazioni per il vulcano. Ci fermiamo quasi subito, lo spettacolo lascia ammutoliti.
Davanti a noi la vallata della caldera, una depressione piuttosto verdeggiante di ulivi, racchiusa da tre massicci, tra i quali il più alto è l’imponente Profitis Ilias, ad ovest. Più lontano scompare la vegetazione, il paesaggio è lunare, con l’enorme buca impressionante grigio-giallastra del cratere Stefanos che conquista gli sguardi.

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Foto su foto, of course… 
Attirano la mia attenzione le candide case di un paesino abbarbicate alla roccia sul bordo della caldera: è Nikià, detto “Il nido delle aquile”, ubicato in posizione incantevole, a 450 m di altezza. Là dobbiamo andare per avere la visione di Stefanos e dei crateri minori da altra prospettiva.
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